24.7.14

Tara attraversa il canale di Corinto


Mercoledì 23 luglio 2014 Tara ha passato il leggendario canale di Corinto che separa il Peloponneso dal resto della Grecia, una scorciatoia che ci permette di raggiungere le Cicladi evitando il periplo del Peloponneso. Il canale artificiale, lungo circa sei chilometri e largo solo una ventina di metri, è sormontato da imponenti pareti rocciose.



©F. Aurat/Tara Expéditions.




©F. Aurat/Tara Expéditions.



23.7.14

Seguite Tara su Instagram

Ogni giorno pubblichiamo una foto su instagram scattata da uno degli artisti che convive con l'equipaggio a bordo della goletta.


Foto di Spencer Lowell a Cala Gonone (Italia)


22.7.14

Incontri magici a Zante...

Photos: ©Y.Chavance/TaraExpeditions

L'equipaggio di Tara ha avvistato oggi un esemplare di tartaruga comune (Caretta caretta Linnaeus, 1758), la tartaruga marina più comune del Mar Mediterraneo, nel Parco Nazionale Marino di Zante.

21.7.14

Diretti a Zante...


Tara farà tappa nel Parco Nazionale Marino di Zante in Grecia ‪per un giorno!

Dopo aver lasciato la costa ‪albanese, Tara navigherà per tutta la settimana nelle acque greche.

In base al programma‪ di navigazione, la goletta dovrebbe passare il famoso canale di Corinto il 23 luglio!
 
Photo: © S.Lowell. Tara Expeditions


19.7.14

Oceani di plastica


Da più di cinquant’anni la plastica ha invaso la nostra quotidianità, e anche i nostri oceani, convertendosi nel maggior fattore inquinante marino. Così il mondo del silenzio, tanto caro a Cousteau, diventa a poco a poco il mondo della plastica... 


© La piastra di Petri viene collocata sopra una placca luminiscente
per fare l'inventario delle microplastiche


Per gli industriali, la plastica è una benedizione. Un piccolo costo di produzione, ma soprattutto un insieme di proprietà ideali: solida, leggera, resistente alla corrosione e a molti prodotti chimici. Con l'aggiunta di vari additivi, ad esempio un ignifugo, le sue possibilità sono pressoché infinite. Non c'è da stupirsi se la produzione di materie plastiche non ha smesso di aumentare negli ultimi decenni, fatta eccezione per un breve calo verso la fine del 2000. Dopo una produzione limitata a metà del XX secolo, attualmente l’industria produce circa 300 milioni di tonnellate di plastica ogni anno, utilizzata in quasi tutti i settori, compresa l’edilizia, il settore automobilistico e l’elettronica, e soprattutto, che rappresenta quasi la metà delle materie plastiche, gli imballaggi, destinata dunque a un utilizzo effimero.

Negli imballaggi, solo l'utilizzo è effimero. 
La plastica, grazie alle sue formidabili proprietà di resistenza, è fatta per durare decine, a volte centinaia di anni. Quando questa plastica non è soggetta a una raccolta differenziata e a un riciclo consapevole (riciclo che oggi riguarda il 20% della plastica in Francia), finisce inevitabilmente in natura, per l’esattezza in mare. Ogni anno, tra i 10 e i 20 milioni di tonnellate di rifiuti di ogni genere vengono scaricati negli oceani, in larga maggioranza materie plastiche. In superficie, queste ultime rappresentano anche la quasi totalità degli oggetti galleggianti. Se alcuni rifiuti provengono dalle attività marittime, in media, il 70-80% dei rifiuti marini è arrivato via terra, trasportato soprattutto da fiumi e torrenti.

Una volta in mare, la maggior parte dei rifiuti di plastica galleggia sulla superficie. 
Trascinati per grandi distanze dalle correnti oceaniche, galleggiano nelle aree più remote del pianeta. Se alcuni rifiuti finiscono sulla costa, altri vengono catturati in spirali oceaniche, enormi vortici di diverse migliaia di chilometri. È in una di queste spirali, quella nel Pacifico settentrionale, che l'oceanografo Charles Moore mise in evidenza negli anni ‘90 quello che chiamò "il continente di plastica". L’espressione, pur essendo forte, rappresenta ben poco la realtà. Lungi dall'essere un'isola di spazzatura che emerge dall'oceano, si tratta piuttosto di una forte concentrazione di detriti galleggianti: alcuni grossi rifiuti, le cosiddette "macroplastiche", bottiglie d'acqua, sacchetti di plastica e altri imballaggi, ma soprattutto piccole particelle di meno di cinque millimetri dette “microplastiche”. Queste spirali formano una vera e propria zuppa di piccoli detriti di plastica, provenienti dal lento degrado delle macroplastiche.

Le microplastiche non si trovano solo nelle spirali oceaniche, ma ovunque sul pianeta. Il Mediterraneo, mare quasi chiuso, soffre della più alta densità di microplastica nel mondo: 115.000 particelle per chilometro quadrato. Argomento a lungo ignorato dalla comunità scientifica, è solo negli ultimi anni che gli studi si sono interessati a questa forma di plastica molto meno visibile rispetto ai grandi oggetti galleggianti. L’ampiezza del fenomeno, la sua distribuzione e soprattutto i suoi potenziali impatti sull'ambiente, sono quindi ancora ignoti. Mentre resta ancora molto da fare, Tara spera di dare il proprio contributo nei sei mesi di spedizione nel Mediterraneo e di raccogliere il massimo di informazioni possibili su queste microplastiche e le loro interazioni con l'ecosistema planctonico.


Traduzione di Paola Buoso dell'articolo di Yann Chavance

15.7.14

Prima visita per Tara a Vlora in Albania - dal 15 al 19 luglio

© Aloys Le Claquin, capitano in seconda, sul muso di Tara. 


Tara farà tappa in questa città portuale sul Mare Adriatico, una delle più antiche del paese, situata a 100 chilometri a sud di Tirana. Anche se Tara ha già solcato il Mediterraneo, questa è la prima volta che la goletta visita l'Albania.

Questa tappa, preparata in stretta collaborazione con l'Ambasciata di Francia a Tirana, sarà l'occasione per continuare a sensibilizzare e informare il pubblico sulle tematiche ambientali che alimentano l'impegno di Tara da 10 anni, e in particolare durante la spedizione Tara Mediterraneo.

Nel programma di questi quattro giorni sono previsti conferenze, mostre, visite della goletta e proiezioni di film.

La mostra "Il Nostro Pianeta Oceano" sarà visibile dal 16 al 18 luglio presso il centro di informazione europeo di Vlora. Questa mostra è l'occasione per capire che l'oceano è la culla della vita e copre tre quarti del nostro pianeta blu.

Il 16 luglio, dopo una visita dell'isola di Sazan le autorità albanesi saliranno a bordo di Tara per firmare l'accordo tra il conservatorio del litorale francese e la nuova agenzia nazionale del litorale albanese. L'isola è attualmente sotto l'amministrazione dell'esercito albanese e l'accesso è strettamente regolamentato. L'accordo siglato tra la Francia e l'Albania è un passo necessario per modificare lo statuto dell'isola e renderla una zona marina protetta.

Il 17 luglio gli scienziati dalla capitale Tirana e dell’Università di Vlora si incontreranno a bordo di Tara. Il seminario si terrà in mattinata presso l'università. Gli scienziati albanesi e francesi, Sajmir Beqiraj e François Galgani faranno un inventario del Mediterraneo e delle prospettive per la protezione di questo spazio comune. Studenti e ricercatori saranno poi presenti per il pranzo a bordo e per visitare Tara.

E finalmente il 18 luglio sarà una giornata dedicata all’aspetto pedagogico della spedizione. Sulla  goletta saliranno a bordo tre orfanotrofi per bambini nella regione per visitare la mostra "Il Nostro Pianeta Oceano".

12.7.14

Breve tappa a Ustica


© Y.Chavance/Tara Expéditions




Durante la traversata dalla Sardegna all’Albania, Tara ha incrociato la rotta di Ustica, una piccola un’isola a nord della Sicilia. Un’occasione per il nuovo equipaggio di incontrare i responsabili della prima Area Marina Protetta d’Italia.




Nuova partenza, nuovo equipaggio. Come in un rituale, immutabile a ogni tappa. Lasciata Cala Gonone, in Sardegna, Tara ha fatto il pieno di nuovi passeggeri: ora siamo quindici a bordo. Spencer Lowell, il fotografo americano dagli innumerevoli tatuaggi, ha lasciato posto a due artisti francesi: Carly Steinbrunn, anche lei adepta alla fotografia argentica, e Lorraine Féline, che realizzerà un film a bordo. Sul versante scientifico, Stéphanie Petit cede il suo posto ad Amanda Elineau, che lavora presso il laboratorio oceanografico di Villefranche-sur-Mer, e insieme a François Galgani, oceanografo all’IFREMER specializzato sugli effetti dell’inquinamento in mare, completano l’equipaggio scientifico fino alla nostra prossima tappa in Albania. Infine due membri dell’équipe a terra di Tara: Virgile Pesey, incaricato dei nuovi partenariati, e Xavier Bougeard, che si occupa delle attività didattiche. Quest’ultimo, che nello specifico gestisce il sito Tara Junior, potrà contare sullo sguardo infantile di sua figlia Cyanne, undici anni, venuta a scoprire insieme a lui per la prima volta la goletta.

Con la barca al completo navighiamo in un mare piuttosto grosso che mette a dura prova lo stomaco dei nuovi arrivati. Questa prima breve pausa sulla piccola isola di Ustica arriva giusto in tempo. Il fatto che si trovi sulla nostra rotta non è il solo motivo che spiega la nostra venuta. Ustica ha visto nascere nel 1986 la prima Area Marina Protetta (AMP) d’Italia su una superficie di 16.000 ettari attorno a una piccolissima formazione rocciosa nel mar tirreno. Due responsabili dell’AMP locale vengono a farci visita a bordo, il tempo di fare colazione e scambiare qualche parola sulla protezione locale dell’ambiente. A margine dei prelievi di microplastica effettuati a bordo, il filo rosso della nostra spedizione si tesse attorno a questi incontri con le strutture locali che contribuiscono al mantenimento quotidiano del Mediterraneo. Ci auguriamo che tali incontri possano aiutarci ad avere una visione globale del modo in cui il Mare Nostrum viene protetto a livello locale.

11.7.14

Tappa sarda



Dopo aver lasciato Antibes, sabato 5 luglio Tara è approdata a Cala Gonone, in Sardegna. Una tappa di qualche giorno in onore al plancton e alla spedizione Tara Oceans (2009-2013). 


Nonostante i molti cambiamenti attuati per adattare il programma e soprattutto i prelievi di plastica alle condizioni meteo, siamo arrivati in tempo nella cittadina sarda. Un piccolo villaggio di meno di duemila anime, arroccato su una costa rocciosa e frastagliata con numerose grotte che si aprono su acque turchesi. Anche se tutti a bordo erano impazienti di mettere piede a terra o la testa sott’acqua, non è stata una sosta rilassante.

Appena arrivati, parte dell’equipaggio si è diretto in città per una conferenza stampa per poi tornare insieme a una quindicina di giornalisti venuti per visitare la goletta. Il gommone continua il suo andirivieni scaricando sul ponte i nuovi arrivati carichi di valigie e portando a riva gli altri, giunti al termine del loro viaggio. Tutto questo si svolge, come sempre, nel cuore di un fitto calendario.

Domenica è in programma una conferenza in italiano sul plancton e le spedizioni di Tara, un workshop sulla ricerca scientifica condotta nella regione – con particolare riguardo all'istituzione di una stazione biologica e di un'area marina protetta – e un ricevimento presso l'Acquario di Cala Gonone, partner di questa spedizione nel Mediterraneo.

A margine di questo programma, si svolgerà un importante seminario per Oceanomics, il titanico progetto che gestirà e impiegherà i dati e i campioni raccolti durante le spedizioni Tara Oceans e Tara Oceans Polar Circle. I ricercatori coinvolti in questo progetto si riuniranno qui per cinque giorni e si incontreranno a Cala Gonone per discutere i risultati iniziali.

Lunedi e Martedì, gli scienziati di Oceanomics concluderanno il seminario con due giorni di campionamenti al largo della Sardegna, un'opportunità per elaborare alcuni protocolli di campionamento e capire meglio da dove provengono i dati che si stanno analizzando da più di un anno. Termina così questa soleggiata tappa in mare, prima di partire mercoledì alla volta dell'Albania, con una breve sosta nella piccola isola di Ustica.