27.8.14

Tappa a Malta, dal 28 al 30 agosto

© Tara in rotta verso Malta


Cinque anni dopo il primo passaggio durante la spedizione Tara Oceans, la goletta torna a Malta.

Dal 28 al 30 agosto, Tara sarà ormeggiata al molo Pinto nel porto di La Valletta. Tra le iniziative ed eventi rivolti al pubblico maltese ricordiamo una proiezione e una mostra sugli oceani (Place Saint George); la goletta, inoltre, accoglierà in questi giorni un nutrito gruppo di scienziati e insegnanti.


13.8.14

Da Beirut a Cipro...

La goletta ha lasciato la marina di Beirut ed è ora diretta a ovest, verso Cipro. La tappa nella piccola isola non era prevista nel nostro programma iniziale, ma data la situazione politica attuale in Israele il presidente Etienne Bourgois, il direttore scientifico della missione e il segretario generale di Tara Expéditions Romain Troublé hanno deciso all'unanimità di annullare le due tappe ad Haifa e Tel Aviv, per motivi di sicurezza. Una decisione che non è stata presa alla leggera ma ben ponderata, anche in vista delle visite programmate che avrebbero accolto a bordo centinaia di giovani studenti. Israele rimane un paese che la goletta non ha ancora visitato.

11.8.14

Operation Big Blue: 17 anni di lotta contro l’inquinamento marino in Libano



© Big Blue Association



Dal 1997 l’associazione "Operation Big Blue" opera per preservare il litorale libanese dai danni causati dall’inquinamento in un paese che, dopo anni di conflitti, riscopre le ricchezze naturali delle sue coste. Il suo carismatico presidente Iffat Edris Chatila racconta i diciassette anni di storia dell’associazione. 



Come è nata l'idea di creare questa associazione? 

Nel 1997 eravamo un gruppo di cinque subacquei che a ogni immersione vedevano le tartarughe soffocate dai sacchetti di plastica. Era una scena orribile; i fondali sembravano un bidone della spazzatura. In alcuni punti, non si poteva nemmeno vedere il fondo. Dopo 20 anni di guerra, il mare era una discarica. Un giorno, dopo un'immersione, mio fratello ha detto, "Ora basta. Dobbiamo informare la gente, dirgli di smettere di buttare tutto a mare.” È così che tutto ha avuto inizio...

Qual è stata la vostra prima azione?

La nostra prima campagna di pulizia si è svolta nel mese di agosto del 1997; 40.000 persone, da Nord a Sud, hanno partecipato ripulendo tutta la costa, le spiagge e persino sott'acqua. L'esercito ci ha aiutato nella logistica e fornendo elicotteri, subacquei, barche... Ogni anno ci hanno aiutato tra 1.200 e 1.500 soldati, e siamo riusciti anche a pulire la parte occupata dagli israeliani. Inizialmente avevamo programmato di fare queste campagne per cinque anni, ma poi ogni anno la storia si ripete e noi siamo là… Nel 1997, però, per ripulire una spiaggia ci volevano ore, oggi basta una mezz’oretta e quest'anno ben tre spiagge non hanno avuto bisogno di interventi di pulizia. Una differenza enorme!

Ma la pulizia delle spiaggie non è l'unica vostra azione... 

Dal 1997 abbiamo sviluppato diverse attività parallele, come la cosiddetta "polizia blu", che ha un ruolo di monitoraggio delle tartarughe e dei delfini, e garantisce anche la sicurezza delle persone in acqua, e fa un grande lavoro di sensibilizzazione. Abbiamo anche ripulito i fiumi che portano tutti i rifiuti solidi in mare: è un modo di affrontare il problema alla fonte. Abbiamo fatto molte campagne di sensibilizzazione e informazione nelle città e nei villaggi situati in prossimità dei fiumi. Abbiamo anche creato un marchio di qualità ecologica per le spiagge e i comuni più rispettosi. Infine, cerchiamo di cambiare il modo di pensare, di cambiare questa abitudine di gettare tutto in giro grazie al nostro progetto del cittadino azzurro. Cercheremo di cambiare gli atteggiamenti con messaggi trasmessi attraverso le scuole e i media. Il Cittadino Blu è il cittadino del pianeta.



sintesi dell'intervista realizzata da Yann Chavance


9.8.14

Incontro con il CNRS libanese





Per l’équipe scientifica di Tara ogni nuova tappa è un'opportunità di scambio di esperienze con i propri omologhi locali. Così è stato a Beirut dove abbiamo incontrato i rappresentanti del CNRS libanese: un'occasione per condividere le nostre conoscenze e mettere in comune i nostri sforzi tesi a preservare il Mare Nostrum.


Dopo una tavola rotonda sull’inquinamento marino in presenza delle ONG e dei rappresentati politici libanesi o scientifici locali, i nostri incontri a Beirut sono proseguiti con un incontro di diverse ore nella sede del Consiglio Nazionale per la Ricerca Scientifica (CNRS) libanese, una struttura di ricerca che ha festeggiato da poco i suoi 50 anni di esistenza. Il team scientifico di Tara, insieme al segretario generale di Tara Expéditions Romain Troublé, ha potuto incontrare una decina di ricercatori del Centro Nazionale di Scienze Marine, uno dei quattro rami del CNRS libanese.

"Desideravamo avere uno scambio costruttivo tra i nostri scienziati e l'equipaggio di Tara, sia per presentare i nostri rispettivi lavori sia per individuare possibili forme di collaborazione future", ha spiegato il direttore del centro Gaby Khalaf.

L'incontro ha avuto inizio con una presentazione della ricerca condotta dalla struttura libanese, in particolare il lavoro dei dottorandi, condotto in parte anche in Francia presso l'Università di Perpignan e all’Osservatorio oceanologico di Villefranche-sur-Mer.

I ricercatori libanesi hanno potuto vedere i primi risultati dei campioni prelevati nelle acque libanesi nel 2009, all'inizio della spedizione Tara Oceans.

È stata anche un’occasione per discutere insieme di molti altri temi, dalle tecniche impiegate per il campionamento del plancton alla presenza di specie marine invasive in Libano; e un’opportunità per esplorare nuove vie di cooperazione tra i due team.



Sintesi dell'articolo di Yann Chavance 

6.8.14

E se Tara fosse...

Un piccolo esercizio di immaginazione di Yann Chavance





… un animale?

sarebbe senza dubbio una balena. "La balena". Un soprannome che la barca a vela porta con sé da 25 anni (prima si chiamava Antarctica) per via della mole massiccia, dei fianchi arrotondati, del colore grigio dello scafo intaccato dagli urti... E, come il cetaceo, se a terra la goletta sembra goffa e panciuta sul bacino di carenaggio, in mare aperto dà prova di un’eleganza maestosa quando lotta contro gli elementi. Uno dei motivi per cui i Giona che sognano  di essere inghiottiti da Tara sono così numerosi.


… un colore?

Da  dieci anni, il nome di Tara si scrive con lettere di colore arancione, come una firma. Arancione è  il muso della goletta in contrasto con il grigio dello scafo. Arancioni sono anche le estremità dei suoi due alberi, spesso la prima cosa che si vede della barca quando la si cerca in un nuovo porto. Che  Tara sia ormeggiata ai tropici o sulla neve, sono queste due macchie di colore gli unici punti in comune a tutti i paesaggi attraversati dalla goletta.


… una squadra?

agnès b. e il figlio Etienne Bourgois sono gli iniziatori del progetto Tara Expéditions. Anche se ora navigano molto di rado su Tara preferendo lasciare il posto a scienziati, marinai e artisti in residenza, lo spirito che essi sono stati in grado di infondere sulla goletta aleggia permanentemente a bordo. Qualunque sia l'equipaggio, a bordo si respira davvero una particolare aria, l’“atmosfera di Tara” , una sapiente miscela di scienza, arte e gusto per l'avventura.


… un film?

"Via col vento". In questo film, Tara non è una barca, ma il nome di una casa, la casa dove sempre, irresistibilmente, si torna. Un nome dato già diversi decenni fa dal padre di agnès b., Ado Rroublé, alla sua prima piccola barca. La goletta scientifica sarà la quinta Tara di nome, portando avanti così la tradizione di famiglia. Una barca su cui si torna sempre, irresistibilmente...


… un suono?

Fastidioso per alcuni, lenitivo per altri, tutti quelli che hanno trascorso alcuni giorni in mare a bordo di Tara conoscono quel suono, quello della pompa idraulica del timone. Una volta spiegate le vele, quando i motori vengono spenti e si pensa di potersi finalmente godere il silenzio e il rumore delle onde, ecco che ci si rende conto di quest’ultimo piccolo rumore meccanico che persiste, un ronzio regolare che scandisce ogni onda come il  respiro di una barca a vela.


… una qualità?

La passione. Sicuramente è il principale elemento che accomuna le centinaia di persone che hanno già navigato a bordo di Tara, indipendentemente dall’età, la provenienza, le origini, le diverse nazionalità. Per  chiunque venga a bordo  – marinaio, scienziato, giornalista o artista - , il soggiorno su Tara non è mai "solo un lavoro", ma un’esperienza da assaporare. Il lavoro, infatti, è sempre svolto con passione, da persone appassionate.


… un paese?

Rispondere "la Francia" sarebbe troppo semplice. Certamente la maggior parte dell'equipaggio è francese. E in effetti il porto di origine di Tara è Lorient, in Bretagna. Ma nel corso degli ultimi dieci anni, la goletta ha attraversato più di 40 paesi e ospitato sul ponte altrettante nazionalità. In mare, poi, i confini diventano ancora più astratti: Tara  appartiene soprattutto all’Oceano, un mondo senza colori o bandiere nazionali.


... solo una barca?

Tara è un po’ tutto questo. Suoni, colori, un’atmosfera... Un progetto poliedrico, risultati scientifici di portata internazionale, un’avventura marittima, una storia umana guidata da persone appassionate, un sogno folle che dura da dieci anni. Per chi la conosce, Tara è sicuramente molto più che una barca.