D.Sauveur/Tara Expéditions |
Dopo più di due anni e mezzo di spedizione, Tara è di ritorno a Lorient. Quest’ultimo viaggio di studi sulla vita marina permetterà al veliero di ritagliarsi un posto indiscutibile nel mondo scientifico e dell’avventura. La goletta continua la sua rotta sulla scia delle grandi navi oceanografiche.
Etienne Bourgois, presidente di Tara Expéditions, già punta il suo sguardo verso il futuro.
Dopo una spedizione-maratona come questa, quale sarà il futuro di Tara?
L’imbarcazione rimarrà in Europa quest’anno. Sarà a Lorient per svolgere delle attività scolastiche; poi, per la tappa della Volvo Ocean Race, a Dublino e a Brest a luglio, infine raggiungerà Parigi in autunno. Nel 2013, desideriamo ritornare nell’Artico, un oceano che non abbiamo investigato durante Tara Oceans, per fare il giro dei passaggi a Nord Ovest e a Nord Est. Non conosciamo molto la biologia di questa regione. Sarà l’occasione per mettere a frutto il nostro know-how sviluppato nel corso di due anni e applicarlo a questa zona polare poco nota, ma al centro dell’attualità. Continueremo anche il nostro programma di misurazioni del tasso di plastica a bordo e daremo vita a nuove collaborazioni.
Di ritorno al polo...
Jean-Claude Gascard, che ha preso parte al progetto Tara Arctic con il programma scientifico europeo Damoclès, è di nuovo il coordinatore di un ambizioso programma europeo nell’Artico, che porta il nome di ACCESS (2011-2015), con cui contiamo di collaborare; senza dimenticare gli specialisti russi, canadesi e del Québec di questa particolare regione. Gli scienziati ritengono che nell’Artico siano in corso cambiamenti radicali e che una nuova valutazione della situazione della biodiversità sia molto importante per il futuro.
Avete anche l'intenzione di riprendere gli studi sui coralli…
Stiamo delineando i contorni della spedizione che, nel 2014, seguirà quella dell’Artico, un progetto di studi sul gradiente della biodiversità delle barriere coralline in superficie e in profondità nel Pacifico. Una spedizione realizzata in collaborazione con il regista Luc Jacquet e la sua associazione Wild-Touch, che attraverserà il Pacifico e l’Asia del Sud Est, per poi terminare ad Hong Kong. Infine, desideriamo preparare una nuova deriva artica che debutterà a metà 2015, questa volta passando per lo stretto di Bering. Ripartiremo per altri due anni o forse più…
Etienne Bourgois - F.Latreille/Tara Expéditions |
La deriva polare sarà stata un vero successo per Tara…
Tra il debutto della prima deriva artica di Tara, nel 2006, e la fine della seconda, saranno passati quasi 10 anni. All’epoca, tra 2006 e 2008, non fu possibile portare a termine alcuni programmi biologici. Inoltre, adesso l’equipaggio di Tara vanta una certa competenza in logistica polare che siamo felicissimi di mettere al servizio della scienza.
Cercate un po’ più di visibilità?
Tara Oceans è una missione di riferimento che funziona bene, ma il grande pubblico non si è ancora reso conto fino a che punto sia stata una sorpresa per gli scienziati. Tutti concordano nel dire che, grazie a questa spedizione, abbiamo scoperto la nostra ignoranza in materia di oceani. Lavoriamo sulla comunicazione al grande pubblico realizzando film destinati al cinema. Tara Oceans non si ferma quando la nave torna in porto.
Avete parlato anche di un progetto di studio sugli estuari...
È un progetto non ancora terminato a cui tengo molto. Sul mare sorgono vere e proprie megalopoli, 2 miliardi di esseri umani sono interessati e gli obiettivi sono importanti: inquinamento, surriscaldamento climatico, accesso all’acqua potabile e desertificazione. Le pressioni sulla popolazione saranno tali che si stima che quasi 150 milioni di persone dovranno migrare per motivi climatici da qui alla fine di questo secolo. Una certezza: Tara Expéditions si augura di continuare ad operare in favore dell’ambiente.
Dichiarazioni di Etienne Bourgois raccolte da Dino Di Meo
IL FUTURO DI TARA OCEANS
di Éric Karsenti, direttore scientifico della spedizione Tara Oceans
- 10 anni di analisi complesse sui dati e i campioni raccolti durante la spedizione. Si tratta di un lavoro che dovrebbe offrire per la prima volta una visione integrale dell’ecosistema planctonico mondiale.
- L’applicazione delle nostre scoperte al dominio della ricerca e dello sviluppo per un’ecologia globale del pianeta (nel quadro del programma Oceanomics).
- Un importante rafforzamento della struttura collaborativa e del consorzio OCEANS che riunisce tutti i coordinatori scientifici di Tara Oceans.
- Il potenziamento dell’impatto delle nostre osservazioni a livello politico in collaborazione con istanze nazionali e internazionali come le Nazioni Unite.
- Una maggiore collaborazione tra Tara Expéditions e alcuni attori scientifici come il CNRS (Centro nazionale per la ricerca scientifica), l’EMBL (Laboratorio europeo di biologia molecolare) e il CEA (Commissariato per l’energia atomica e le energie alternative), al fine di diffondere la conoscenza degli oceani al grande pubblico.
di Éric Karsenti, direttore scientifico della spedizione Tara Oceans
Eric Karsenti - S.Bollet/Tara Expéditions |
- 10 anni di analisi complesse sui dati e i campioni raccolti durante la spedizione. Si tratta di un lavoro che dovrebbe offrire per la prima volta una visione integrale dell’ecosistema planctonico mondiale.
- L’applicazione delle nostre scoperte al dominio della ricerca e dello sviluppo per un’ecologia globale del pianeta (nel quadro del programma Oceanomics).
- Un importante rafforzamento della struttura collaborativa e del consorzio OCEANS che riunisce tutti i coordinatori scientifici di Tara Oceans.
- Il potenziamento dell’impatto delle nostre osservazioni a livello politico in collaborazione con istanze nazionali e internazionali come le Nazioni Unite.
- Una maggiore collaborazione tra Tara Expéditions e alcuni attori scientifici come il CNRS (Centro nazionale per la ricerca scientifica), l’EMBL (Laboratorio europeo di biologia molecolare) e il CEA (Commissariato per l’energia atomica e le energie alternative), al fine di diffondere la conoscenza degli oceani al grande pubblico.