30.5.13

GLI STRUMENTI DI TARA : la rosetta


Per gli scienziati, Tara Oceans Polar Circle rappresenta soprattutto un'occasione per completare il lavoro realizzato tra il 2009 e il 2012 durante la spedizione Tara Oceans. Per raccogliere il plancton e studiare l’ambiente in cui vive, Tara intraprende questa nuova spedizione con un ricco armamentario di strumenti. Inauguriamo questa nuova serie dedicata ai vari sensori e dispositivi di imaging e di campionamento presenti a bordo con la rosetta, uno dei fiori all’occhiello di Tara.

J.Girardot/Tara Expéditions

La rosetta di Tara è una gabbia in alluminio di 250 chili contenente dieci bottiglie di campionamento e una serie di sensori. Un assemblaggio che è stato appositamente progettato per soddisfare alcuni vincoli richiesti dal team di Tara. Vincoli tecnici, tra cui le dimensioni per consentire una messa in acqua in tutta sicurezza, ma anche vincoli scientifici, per soddisfare al meglio le esigenze del programma di ricerca. Dopo un primo utilizzo nell'autunno del 2009, poco dopo il lancio di Tara Oceans, la rosetta aveva già superato le 600 immersioni all'inizio di questa nuova spedizione nell'Artico.

Ma, concretamente, qual è il ruolo di questo curioso assemblaggio? La rosetta di Tara è principalmente uno strumento di campionamento, comprendente dieci bottiglie la cui chiusura è controllata a una data profondità. Immersa sott’acqua, fissata all’estremità di un cavo d'acciaio, la rosetta può così prelevare campioni d’acqua di mare ricca di migliaia di micro-organismi, a dieci diverse profondità nel corso di una singola immersione. Per recuperare grandi quantità di acqua, gli scienziati possono anche decidere di chiudere le dieci bottiglie alla stessa profondità, raccogliendo in una sola volta circa 96 litri di acqua di mare. Una volta risalita e depositata sul ponte posteriore, la rosetta è pronta per rilasciare i suoi preziosi campioni: il contenuto di ogni bottiglia viene conservato così com'è, oppure viene pompato attraverso un filtro che raccoglierà i microrganismi. Questa "pesca" di plancton potrà quindi essere studiata a terra.

Ma la rosetta di Tara non si limita al solo ruolo di campionamento. Studiare nuovi organismi non ha senso se non si tenta di collegare ogni specie al suo ambiente. I batteri prelevati vivono in ambienti ricchi di ossigeno? E questo piccolo crostaceo raccolto preferisce le zone più fredde? Per rispondere a queste domande e realizzare una vera e propria "carta d'identità" della massa d'acqua campionata, la rosetta è dotata di numerosi sensori che continuamente durante l'immersione rilevano parametri ottici, fisici e chimici diversi quali la salinità, la temperatura, il tasso di ossigeno o la fluorescenza. Infine, un sensore di immagini consente di visualizzare direttamente le particelle e gli organismi durante l’immersione, di quantificarne la presenza, o anche solo di identificarli. Questa è l'originalità della rosetta: la compresenza, in un unico strumento di ricerca, di strumenti adibiti alla raccolta di campioni e alla misurazione dei parametri ambientali e di imaging, in grado di arrivare fino a mille metri di profondità. Se la rosetta di Tara è da considerarsi uno strumento perfetto per lo studio del plancton, a bordo sono presenti molti altri strumenti che vanno a integrare l’analisi della ricchezza di dati che ogni immersione rivela.

Yann Chavance



Ingegnere presso il Laboratorio di Oceanologia di Villefranche-sur-Mer (CNRS / UPMC), Marc Picheral ha coordinato l'installazione della rosetta a bordo e ne segue il funzionamento.