Tara nell'Artico. Anna Deniaud/Tara Expéditions |
Da otto giorni Tara è in attesa di poter superare lo stretto di Vilkitski (Russia) bloccato dai ghiacci e di doppiare Capo Čeljuskin, punta settentrionale dell’Asia e punto strategico del Passaggio di Nord-Est.
Fino a pochi giorni fa il ghiaccio era particolarmente denso lungo una fascia di 400 chilometri di lunghezza nello stretto, ma nelle analisi satellitari russe e tedesche ricevute in giornata si apre in modo significativo risultando meno compatto.
Non è previsto l’intervento di nessun rompighiaccio nelle prossime 48 ore. Anziché attendere, il capitano di Tara, Loic Vallette, in accordo con Romain Troublé, segretario generale di Tara, ha deciso di provare ad aprirsi un varco nello stretto da domani mattina per farsi un’idea più precisa delle condizioni. L’obiettivo è quello di doppiare il capo, ma sarà sempre possibile tornare indietro se la banchisa permane insormontabile.
Le condizioni meteorologiche sono buone, un anticiclone si è installato in modo stabile sulla zona. Il giorno perpetuo facilita l’avanzamento attraverso la banchisa frantumata.
Se il ghiaccio lo consente, la traversata di questa zona di 400 chilometri dovrebbe durare circa 3 giorni.
Al momento la spedizione Tara Oceans Polar Circle ha un ritardo di otto giorni. Il prossimo scalo previsto è Pevek, nell’estremo nord-est della Russia.