Cielo sopra il mare di Kara, prima di arrivare all'arcipelago di Francesco Giuseppe.
Anna Deniaud/Tara Expéditions
Dopo aver lasciato il fiume russo Enisej, Tara è ora diretta verso l’arcipelago di Francesco Giuseppe, il gruppo di isole artiche situate a soli 900 km dal Polo Nord. A vele spiegate, su un mare liscio come l’olio e privo di ghiaccio, la goletta va incontro al sogno di un intero equipaggio, verso il prezioso Artico. Mercoledì, la terra, o meglio i ghiacciai, dovrebbero apparire all'orizzonte, e dovremmo approdare su questo arcipelago che alcuni chiamano "Mini Antartide".
"L'arcipelago di Francesco Giuseppe è il gioiello della regione artica". Con queste parole l’esploratore polare francese Christian de Marliave ha descritto il luogo a Vincent Le Pennec, capitano in seconda, prima dell'inizio della spedizione Tara Oceans Polar Circle. 91 isole, perlopiù coperte da ghiacciai, un vasto territorio di difficile accesso dove predomina ancora la natura.
Una volta lì, ci auguriamo di incontrare gli orsi polari, le volpi artiche, i trichechi, le foche della Groenlandia, come la foca barbata o la foca dagli anelli, e, naturalmente, una moltitudine di uccelli - più di quaranta specie popolano questi luoghi. Se la fauna e la flora ancora regnano incontrastate, forse lo si deve al fatto che fin dagli anni Trenta l'Unione Sovietica si appropriò del territorio e impedì l’accesso a qualsiasi altra nazione. Nel corso degli anni, sono state costruite tre stazioni meteorologiche e due basi militari. Negli anni Ottanta, più di cinquanta persone hanno svernato sulle isole. D’estate vi accorrevano scienziati ed esploratori russi. Era un buon momento per la ricerca. Per Serguey Pisarev, l’arcipelago di Francesco Giuseppe non era altro che la base di partenza per le sue derive nell’Artico. Per dieci anni, il ricercatore in oceanografia fisica ha perlustrato questi luoghi, attraversando in motoslitta il passaggio Cambridge, tra l'isola Alexandra e di George, che presto percorrerà anche Tara.
Sergei ricorda inoltre di aver sorvolato un campo disseminato di pietre stupefacenti. "Dall’elicottero, ho visto delle pietre a forma di sfera, ma in parte erano coperte di neve. Pochi anni dopo, ho visto una foto di Victor Boyarsky* accanto a una di queste sfere di pietra dalle forme molto regolari. Doveva essere alta almeno tre metri". Ancora oggi l'origine di queste pietre naturali lascia perplessi i geologi. Un mistero che accresce ancora la nostra curiosità e la voglia di scoprire l'arcipelago!
Ma la vera scoperta di questo territorio polare è avvenuta nel 1873 con la spedizione austroungarica Tegetthoff guidata da Julius Payer e Carl Weyprecht. Negli anni che seguirono, l'arcipelago divenne un vasto terreno di caccia estiva. È anche stato un luogo di esplorazione e un rifugio per molti avventurieri. Nansen, il famoso scienziato norvegese che ha condotto una deriva nell'Artico a bordo della Fram, svernò nell’arcipelago di Francesco Giuseppe dopo il fallito tentativo di conquistare il Polo Nord. Oggi, l'isola è ancora un luogo di passaggio per coloro che desiderano avventurarsi al Polo Nord. Due o tre navi rompighiaccio nucleari depositano qui ogni anno più di trecento visitatori. Ma lungi dall'essere avventurosi, sono dei privilegiati i turisti disposti a spendere più di 25.000 dollari per una decina di giorni nella regione artica, facendo scala nell'arcipelago prima di essere portati in elicottero al Polo.
Contemporaneamente allo sviluppo del turismo in tutto l'arcipelago, nel 1994 i russi hanno creato un parco naturale di 42.000 km2 che comprende le isole e le acque dei dintorni. Ora non resta che cancellare tutte le tracce delle attività militari del passato e spiegare ai nuovi avventurieri la fragilità dell'ecosistema polare. Il gioiello dell’Artico non deve smettere di brillare. Dal canto nostro, noi faremo in modo che venga rispettato.
Anna Garcia Deniaud
* Victor Boyarsky: Direttore del Museo dell'Artico a San Pietroburgo, e compagno di viaggio di Jean-Louis Etienne durante la traversata dell'Antartide.
Bibliografia
Franz Josef Land di Susan Barr
Le grand défi des pôles di Bertrand Imbert e Claude Lorius
Practical dictionary of Siberia and the North