Stephane Pesant e Lee Karp Boss al lavoro durante una sosta di campionamento.
A.Deniaud / Tara Expéditions
72° 32 Nord e 44° 06 Est, questo è il luogo in cui gli scienziati di Tara Oceans Polar Circle hanno deciso di spegnere i motori per iniziare la prima lunga sosta di campionamento del tratto Murmansk-Dudinka (Russia). In questo punto, le masse d'acqua provenienti dall'Atlantico entrano nel Mare di Barents da sud e vanno incontro alle masse d'acqua polari. In questa zona detta fronte polare, marinai e scienziati hanno programmato di eseguire ventidue messe in acqua in due giorni consecutivi. Una vera maratona per la scienza, che si ripeterà altre tre volte durante il mese di navigazione tra i due porti russi.
Lunedi mattina, ore 07:30. Sul ponte di Tara, l'equipaggio è pronto per dare avvio alle operazioni della prima lunga sosta dopo Murmansk. Il sole splende in alto, quasi a voler incoraggiare con la sua presenza l’equipaggio e un clandestino a bordo, un esemplare di Uria, un cugino del piccolo pinguino artico venuto ad assistere alle operazioni. Come al solito, la rosetta munita di CTD, è il primo strumento a “tuffarsi” in acqua. Le dieci bottiglie Niskin vengono immerse nell’acqua a 7.5° C al fine di ottenere i primi campioni che definiranno il profilo della colonna d'acqua.
"Abbiamo trovato il Massimo profondo di clorofilla, o DCM (Deep Chlorophyll Max), ovvero la profondità dove c'è più clorofilla, e quindi fitoplancton, a una quarantina di metri sotto la superficie. Ci si aspettava di avere un DCM più profondo e meno pronunciato a causa delle masse d'acqua atlantica e della stagione estiva già inoltrata, ma credo che percepiamo ancora l'influenza delle acque costiere", rivela Stéphane Pesant, uno dei due capi scienziati di questa tappa.
I campioni mostrano che l'ambiente non è molto produttivo nella zona, almeno in questo momento. "Non ci sono molte diatomee *, per contro ho osservato molti dinoflagellati ** e sono bellissimi!”, dice Joannie, entusiasta, mentre esce dal laboratorio secco. I dinoflagellati sono microrganismi mixotrofici, che possono sopravvivere con o senza luce. Le diatomee, invece, non possono vivere né senza luce né senza nitrati.
Sul ponte continuano le operazioni. La rosetta, le reti, la rete manta per la raccolta dei rifiuti di plastica, ma anche la pompa ad alta portata, tutto è pronto per esplorare le profondità dell'oceano, dando continuamente lavoro al team di scienziati: tutto deve essere filtrato e messo in ogni flacone campione, rigorosamente dotato di un codice a barre, e poi conservato in frigorifero o nel congelatore.
La maratona per la scienza continua. Il vantaggio di effettuare campionamenti nell'Artico in questo periodo dell'anno è che non è necessario vegliare la notte! Il sole inonda continuamente il grande blu e il plancton non fa migrazioni verticali giornaliere. Sono le 19:30 di lunedì sera e il ponte di Tara è ancora in fibrillazione. A questa lunga sosta di campionamento seguiranno delle soste brevi giornaliere. È grazie al confronto tra le diverse soste di campionamento che gli scienziati potranno determinare in che misura la prima sosta sia stata rappresentativa delle acque atlantiche.
L'obiettivo di questa tappa tra Murmansk e Dudinka è infatti di prelevare campioni in diverse masse d’acqua caratteristiche del Mare di Barents e del Mare di Kara. Dopo le masse d'acqua dell'Atlantico a sud del fronte polare, gli scienziati effettueranno una seconda sosta lunga a nord del fronte polare, dove immergeranno i loro strumenti nelle acque polari artiche libere dal ghiaccio. "Questa seconda sosta consentirà di mettere a confronto ecosistemi planctonici tra il sud e il nord del fronte polare", spiega Stéphane Pesant. Poi Tara si dirigerà verso il limitare della banchisa, sperando di arrivare in tempo prima che il ghiaccio si ritiri. In queste alte latitudini, gli scienziati si augurano di poter studiare gli ecosistemi del ghiaccio marino. La quarta e ultima sosta, prima di arrivare a Dudinka, verrà condotta nelle belle fresche acque di Enisej, a quasi dodici miglia nautiche dalla costa.
Un vasto programma, dunque, quello che attende il team di scienziati di Tara, che verrà svolto in condizioni che dovrebbero essere sempre più dure. Per ora, la presenza dell’Uria è l’unico indizio che indica all’equipaggio di Tara di essere veramente nell'Artico.
Anna Deniaud Garcia e Stéphane Pesant
* micro-alga unicellulare, avvolta da un unico guscio a base di silicio
** micro-alghe unicellulari con due flagelli, un involucro di cellulosa, e cloroplasti che consentono loro di svolgere la fotosintesi