DIECI ANNI |
Alla fine, è l’oceano a vincere!
di Romain Troublé, segretario generale di Tara Expéditions
Già dieci anni… Dieci anni che Tara Expéditions si impegna a promuovere la salvaguardia dei nostri oceani e quindi del nostro pianeta. Il metodo è singolare nella forma e negli obiettivi. L’iniziativa si articola attorno alle spedizioni di Tara, una goletta di 36 metri. Abbiamo allestito il progetto Tara Expéditions nel 2003, sotto l’impulso di Étienne Bourgois e con il sostegno di agnès b. L’idea originale era quella di servirsi dell’avventura umana vissuta dagli uomini e dalle donne della spedizione a bordo di Tara per interessare il grande pubblico e renderlo consapevole delle poste in gioco e delle sfide poste dal nostro sistema di sviluppo.
Per mettere in discussione il nostro modello di sviluppo e tentare di prevedere al meglio la sua evoluzione a medio e lungo termine, cosa meglio che dare la parola alla scienza, a coloro che stanno a stretto contatto con i limiti delle nostre conoscenze.
In questi dieci anni ne è passata di acqua sotto lo scafo tondo di Tara. Le campagne di alcuni mesi con artisti e scienziati a bordo, dalla Groenlandia all’Antartico, sono servite da prova generale prima del lancio delle ultime tre grandi missioni Tara Arctic (2006- 2008), Tara Oceans (2009-2012) e Tara Oceans Polar Circle (2013) dedicate al clima e alla biodiversità marina.
Al di là delle tante regioni percorse dalla goletta, l’équipe di Tara, o meglio la famiglia Tara, è cresciuta nel corso degli anni. Si è irrobustita, è riuscita a fornire l’eccellenza richiesta, grazie agli scienziati, ai partner pedagogici, ai mecenati e al pubblico. Si è anche ritagliata un piccolo posto nel paesaggio mediatico francese e nella mente dei bambini.
Acqua ma anche passione… Impossibile dimenticarsi la passione che ha animato la spedizione Tara Oceans nei due anni e mezzo vissuti insieme agli scienziati di quaranta nazionalità diverse che ne hanno consentito il successo. Malgrado l’aspetto ripetitivo e sistematico delle ricerche, a bordo di Tara regnava un entusiasmo indistruttibile, alimentato dal sentimento umanista di riscoprire il nostro oceano, di osservarlo in modo diverso per tentare di comprendere il suo ruolo vero e proprio nel nostro spazio vitale che è la Terra.
Questa passione risveglia in noi i nostri sogni d’infanzia, quei sogni di scoperta e di avventura. Si desidera condividerla per dire che è ancora tutto da esplorare, che un futuro invidiabile rimane da disegnare, per convincere che il dado non è tratto, ma il tempo incalza. Bisognerà ormai adattarsi ai cambiamenti climatici, mettere il sostenibile nei nostri piani di sviluppo, trovare nuove fonti di energia, colmare le ineguaglianze tra Nord e Sud rispetto a istruzione e sapere.
Non si tratta di salvare il mondo, ma di contribuire, grazie al lavoro degli scienziati, allo sforzo di ricerca internazionale e di dar vita a un nuovo modo di sviluppare la conoscenza del nostro pianeta oceano. Ciò consentirà un domani, auspicabilmente, di rimettere questo oceano al cuore del mostro modello di sviluppo sostenibile, di proteggerlo mostrandone tutto il potenziale, specie economico, senza timore di dirlo. È proprio questo potenziale che farà pendere l’ago della bilancia verso la sostenibilità delle nostre azioni.
Impegnarsi al fianco di Tara vuol dire essere attori di una mobilitazione per il progresso, vuol dire ancorarsi nella realtà delle sfide ambientali, rialzare la testa per prendere in mano il nostro futuro.
Nel numero speciale del diario dedicato ai nostri «10 anni» (Fare clic qui per vedere la versione francese), abbiamo voluto condividere con voi la visione di alcune delle personalità che hanno tracciato o incrociato la rotta di Tara, con le illustrazioni di Benjamin Flao e le parole del giornalista Michel Temman.
Ma non lasciatevi ingannare, la star del numero è sempre Tara che, a dire il vero, appartiene a tutti, al mondo…
Alla fine, è l’oceano a vincere!